Da bracciante poverissimo e semianalfabeta nella Puglia dei primi anni del Novecento a fondatore del più grande sindacato dell’Italia democratica, deputato all’Assemblea costituente, esponente di spicco del Pci nel dopoguerra e presidente della Federazione sindacale mondiale. Una vita, quella di Giuseppe Di Vittorio (1892-1957), avventurosa e intensa, che spesso sfiora i confini della leggenda, senza però mai perdere di vista i valori più preziosi: il lavoro e la democrazia.
Se Togliatti è il capo (della classe operaia), Di Vittorio è il mito, un mito che nasce dalla sua identificazione totale con il mondo del lavoro, in un riconoscimento trasversale e assoluto. Un’enorme capacità di leadership che, assieme alla sua immensa umanità, emerge con chiarezza dalla mostra “Giuseppe Di Vittorio, eroe del lavoro”, che viene inaugurata oggi (13 settembre) a Lecce alle ore 20 nei suggestivi locali del Castello Carlo V nella prima delle Giornate del lavoro alla presenza del segretario generale della Cgil Susanna Camusso.
Giuseppe Di Vittorio, eroe del lavoro.
— La Cgil nel '900 (@LaCgilnel900) 14 settembre 2018
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La mostra, impreziosita da una selezione di ritratti di Giuseppe Di Vittorio, provenienti dalla raccolta d’arte di corso d’Italia e da 9 film dello sterminato patrimonio Aamod, si compone di 21 pannelli dedicati a momenti diversi della vita del sindacalista di Cerignola. Dalla Puglia delle origini alla segreteria confederale, dal murales “Giuseppe Di Vittorio e la condizione del Mezzogiorno” – recentemente restaurato – agli artisti di strada dei quartieri a Nord della capitale, dalle lettere ai dipinti, dai graffiti ai fumetti, i documenti riprodotti all’interno della esposizione* raccontano l’uomo Di Vittorio, la sua splendida umanità e il suo rapporto unico e assoluto con il popolo.
“Lo volevano bene anche le pietre”, dicevano i suoi braccianti, ed è proprio questa l’immagine che i documenti restituiscono: quella di una persona presente, empatica e attenta, dall’immensa personalità e carica umana. Un uomo, prima che un politico o un sindacalista, circondato da affetto vero, amato da familiari, compagni e lavoratori, stimato dagli stessi avversari come antagonista duro, ma leale.
Dal primo comizio al funerale, le immagini e le carte selezionate e riprodotte consentono una narrazione diversa degli avvenimenti storici dell’Italia dagli anni venti agli anni cinquanta, raccontando in una forma squisitamente umana e personale delle rappresaglie, degli eccidi, della disoccupazione, in generale del clima politico, economico e sociale di un’Italia che riesce a uscire da una dittatura e da una guerra devastanti in senso materiale e ancor più morale, e che però combatte e lotta, senza arrendersi, riconoscendo in Giuseppe Di Vittorio una guida sicura, da seguire e nella quale riporre fiducia.
Guarda il catalogo on line della mostra su www.cgil.it
*I documenti riprodotti sono in parte il risultato del concorso sulla “caccia all’inedito” di Giuseppe Di Vittorio, bandito dalla Cgil nazionale in occasione del 60° anniversario della scomparsa del sindacalista di Cerignola (concorso vinto da Fabiana Lovato, ospite – come da bando di concorso – delle Giornate del lavoro)
Ilaria Romeo è responsabile Archivio storico Cgil nazionale